Lucio Fontana è unanimemente considerato uno dei più grandi artisti italiani del secolo scorso. Attualmente è quello maggiormente rappresentato nelle istituzioni museali di più alto rilievo del mondo, persino più di Giorgio de Chirico o Alberto Giacometti. I musei e le grandi rassegne di respiro internazionale hanno reso importanti tributi a Lucio Fontana già durante la sua vita.
La Tate Gallery di Londra, il MoMA di New York, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, Documenta di Kassel, la Biennale di Venezia, la Triennale di Milano, la Quadriennale di Roma hanno ospitato mostre di Fontana durante i suoi anni di attività, a testimonianza del fatto che la straordinaria qualità e unicità della sua produzione hanno riscosso quasi subito i favori della critica e dei musei, dopo un periodo di iniziale scetticismo.
Al riconoscimento della critica seguì quello del mercato. Le opere che hanno reso famoso Fontana, i buchi e soprattutto i celeberrimi tagli, raggiunsero quasi da subito quotazioni di tutto rispetto.
L'artista confessò a Giorgio Bocca che per le sue esigenze un taglio al mese sarebbe stato più che sufficiente, ma collezionisti e mercanti lo imploravano chiedendo in continuazione nuovi Concetti spaziali. Lucio Fontana era anche del tutto consapevole del loro valore, lamentando il fatto che, quando costavano poche migliaia di lire, nessuno li voleva, mentre erano diventati una sorta di oggetto del desiderio quando il loro valore aveva cominciato a toccare i milioni di lire. L'artista, ovviamente, guardava divertito all'ascesa delle sue quotazioni e all'incremento dell'interesse dei collezionisti nei confronti della sua opera. Questo però era un aspetto secondario del suo lavoro.
È normale che Fontana traesse un buon profitto dai suoi tagli, ma non era questa la ragione per cui continuava a produrli. L'artista non era tanto interessato al fatto che facoltosi collezionisti potessero accaparrarsi le sue opere: gli premeva di più che il suo lavoro venisse conosciuto da quante più persone possibili, e che venisse apprezzato.
L'artista Fausta Squatriti ricordava che a Lucio Fontana, per un suo "senso di democrazia", "sarebbe piaciuto anche creare un'infinità di tagli bianchi (che a suo avviso erano i più belli) in modo che ognuno potesse possederne uno". Molti di coloro che lo conobbero asseriscono che Fontana continuò sempre ad essere estremamente generoso, regalando molte opere ad amici e conoscenti.
Non tutti sanno che proprio l'archetipo dell'artista che crea opere "che posso fare anch'io", era diplomato all'Accademia delle Belle Arti, è stato uno scultore per gran parte della sua carriera, avrebbe potuto vivere agiatamente della sua attività di scultore e ceramista anche senza produrre opere come buchi, tagli o l'enigmatico e rarissimo ciclo di opere "La fine di Dio". Sbaglierebbe, pertanto, chi credesse d'aver identificato Lucio Fontana soltanto nel "pittore dei buchi e dei tagli", colui che ha saputo liberarsi dai compiacimenti del tono e dell'impasto. La sua, in altri termini, non è assolutamente stata la classica "trovata" di qualcuno che, privo di mezzi tecnici e di talento, deve inventarsi qualcosa di originale e facilmente realizzabile per poter entrare a far parte del novero degli artisti.
L'approdo ai "Concetti Spaziali" è il frutto di un percorso iniziato nel 1946, hanno in cui Fontana pubblicò il cosiddetto "Manifiesto Blanco", primo testo teorico che delinea le basi dello Spazialismo. In esso si pone l'accento sull'urgenza di un superamento dell'arte come sino ad allora concepita e ormai "stagnante", inserendo le dimensioni del tempo e dello spazio. A tale scritto ne seguirono ben altri sette. I primi tre scritti teorici sullo Spazialismo sono antecedenti al 1949, anno in cui inizia il ciclo dei "buchi", primo ciclo dell'opera di Fontana ascrivibile al movimento spaziale. A tale movimento aderirono molti importanti artisti, trai quali Gianni Dova, Roberto Crippa, Agostino Bonalumi ed Enrico Castellani.
Oggi, a tanti anni dalla sua scomparsa, decine di musei continuano a custodire le sue opere, e i record price nelle aste più importanti si susseguono a ritmi incessanti. "Il filtro del tempo" ha ormai agito, relegando nel dimenticatoio artisti coevi di Lucio Fontana che riscuotevano successo per motivi che nulla hanno a che fare con l'arte e portando il Maestro di Rosario nell'olimpo degli artisti italiani più quotati del secolo scorso, con un record price che attualmente si attesta a 29,173,000 $.
Lucio Fontana è ora onnipresente nelle aste di Post-War and Contemporary Art delle maggiori case d'asta internazionali.
Ciò che è rilevante dal punto di vista prettamente artistico non è ovviamente la crescita esponenziale dl valore dei suoi lavori, ma la forte carica innovativa della sua opera e l'influenza che essa ha avuto sull'arte successiva. I tagli sono un modo per superare la finzione dell'arte: è come se Fontana ci dicesse che il mondo vero non è quello che sta sul dipinto o dentro la scultura, ma è quello che si apre oltre lo squarcio. Una scoperta cui Fontana, come abbiamo visto, arrivò con grande lucidità e dopo una lunga meditazione. Si può inoltre dire che Fontana abbia definitivamente superato la terza dimensione, grazie a un'arte capace di occupare lo spazio (evidente soprattutto nei suoi Ambienti spaziali).
Considerando inoltre le opere come "concetti", Lucio Fontana può anche essere annoverato tra i precursori dell'arte concettuale, posto lungo la strada che porta da Duchamp all'arte che si sarebbe sviluppata a partire dalla metà degli anni Sessanta. Con i suoi lavori, per la prima volta l'opera non è più oggetto su cui dipingere altro, ma diventa soggetto essa stessa e lo spazio attorno ad essa entra a farne parte.
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